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Mobilità e smart working. Commissione Ue, nuove misure per agevolare i lavoratori da remoto

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L’Unione europea vuole eliminare gli ostacoli fiscali per i lavoratori da remoto in altri Paesi europei. È questa una delle misure principali contenute nella nuova “Strategia UE per le Startup e le Scaleup”, presentata mercoledì 29 maggio. Il documento annuncia che, entro il 2026, verrà pubblicata una raccomandazione non vincolante per affrontare la questione fiscale dei lavoratori da remoto in ambito transfrontaliero.

 

Il punto di vista della commissione Ue

Secondo la Commissione, “i diversi sistemi fiscali tra gli Stati membri creano barriere per i dipendenti delle startup che lavorano da remoto da un altro Paese dell’UE”.

La misura punta a rendere più agevole la mobilità dei lavoratori qualificati all’interno del mercato unico, riducendo la burocrazia e il rischio di doppia imposizione.

La strategia affronta anche un altro nodo centrale per l’ecosistema startup europeo: l’uso delle stock option come forma di incentivo per i dipendenti. Al momento, il loro trattamento fiscale varia fortemente tra i Paesi UE, rendendole poco attraenti o addirittura penalizzanti in alcuni ordinamenti.

Per questo, la Commissione “incoraggerà gli Stati membri ad armonizzare determinati aspetti del trattamento delle stock option, compresa la tassazione, per ridurre la complessità amministrativa e favorirne l’utilizzo da parte delle startup”.

 

Alcuni paesi hanno già regimi agevolati 

Paesi come Estonia, Lituania e Francia offrono già regimi agevolati. L’intento è spingere anche gli altri Stati membri a introdurre schemi più favorevoli, per consentire alle startup di competere con quelle USA e asiatiche nell’attrazione dei talenti. Bruxelles propone inoltre di facilitare l’ingresso in Europa di lavoratori altamente qualificati, fondatori di startup e ricercatori provenienti da Paesi terzi. Con l’iniziativa “Blue Carpet”, la Commissione punta a sviluppare una strategia europea per i visti startup, lanciare un Talent Pool europeo mirato alle scaleup ed estendere la Carta Blu UE a nuove categorie di lavoratori.

 

In Ue 35 mila startup

Secondo i dati della Commissione, l’Unione conta circa 35.000 startup e 3.400 scaleup, ma solo l’8% delle scaleup globali ha sede in Europa. Inoltre, tra il 2008 e il 2021, oltre il 30% degli unicorni europei ha trasferito la propria sede fuori dall’UE. Il rischio, secondo Bruxelles, è quello di perdere terreno nelle tecnologie strategiche come l’intelligenza artificiale, il biotech e il quantum computing. Tra i principali ostacoli segnalati ci sono la frammentazione normativa, l’accesso limitato al capitale di rischio e la carenza di personale tecnico specializzato.

Closing speech by President von der Leyen at the “Choose Europe for Science” event at La Sorbonne

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