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STATI GENERALI DELLA BELLEZZA 2024, l’orizzonte socio-culturale della Guida della Rete dei Comuni Sostenibili

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La seconda giornata degli Stati Generali della Bellezza 2024, svoltasi nella stupenda Cuneo, si apre con un panel tutto dedicato alla “Bellezza sostenibile. L’esperienza della Guida della Rete dei Comuni Sostenibili”. Moderati da Giovanni Gostoli (direttore della Rete dei Comuni Sostenibili), sono intervenuti Maurizio Gazzarri (direttore tecnico Rete dei Comuni Sostenibili), Nicola Isetta (sindaco di Quiliano), Mariarosa Barazza (sindaca di Cappella Maggiore), Magda Zanoni (comitato scientifico della Rete dei Comuni Sostenibili), Piero Gambale (presidente di “Per il Meglio della Puglia”), Loretta Credaro (presidente Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (ISNART)) e Roberto Cerrato (esperto della Commissione Nazionale UNESCO).

L’apertura spetta a Gazzarri, direttore tecnico RCS: «Bellezza e sostenibilità sono sinonimi: non c’è l’una senza l’altra. Come RCS ci siamo chiesti come valorizzare tutto questo agire delle amministrazioni comunali: ecco il perché del progetto della Guida dei Comuni Sostenibili. Bellezza e sostenibilità non possono solo essere predicate, ma praticate. Nella guida si parla della rivitalizzazione dei centri storici, della capacità di mettere alcuni spazi sotto nuova luce, di progetti di recupero di spazi agricoli abbandonati… Visione, obiettivi e comunità».

Anche Isetta presenta la Guida e torna sul concetto di piani urbanistici: «Dalla Guida emergono binomi importanti: turismo-territorio, in ogni possibile sfaccettatura per definire questi elementi. È nostro dovere lavorare affinchè questi elementi essenziali di sviluppo crescano davvero. Occorre anche un nuovo piano urbanistico generale per pianificare la valorizzazione di uno strumento che sappia adempiere alle emergenze di ogni comunità, così come individuare le scelte strategiche. Bisogna creare una nuova visione del turismo sostenibile».

«Bisogna saper raccontare la bellezza e le buone pratiche che rendono più attrattive il nostro territorio: lo scopo della Guida è anche questo, un connubio tra bellezza futura e memoria. Nel nostro Comune abbiamo puntato molto sull’aiuto di ragazzi che sono diventati piccole guide, aiutandoci a riscoprire la storia da condividere con tutta la cittadinanza e i visitatori esterni: i ragazzi hanno offerto la loro personale lettura, più fresca e accessibile per tutti. Questo per dire che bellezza, memoria e comunicazione sono le facce di una stessa medaglia. A me non piacciono parole come “ai margini”: siamo parte di una rete e bisogna che tutti tornino al centro della stessa», così Barazza racconta l’esperienza di Cappella Maggiore, mentre Zanoni si focalizza su ciò che vuol dire intendere la cultura in modo oggettivo e soggettivo: «Puntiamo forte sul sistema degli indicatori, per dare a se stessi degli obiettivi sfidanti. L’obiettivo non è fare una graduatoria, che poi finisce solo nello spingere sulla concorrenza: qui facciamo una fotografia di quello che c’è e diamo al Comune un punto di riferimento per poter progredire. Ecco cosa vuol dire strutturare una cultura di sostenibilità. Noi rendiamo oggettivo ciò che viene spesso considerato soggettivo: ognuno ha dentro di sé un concetto di bellezza; è importante dare dei riferimenti per individuare un valore oggettivo di bellezza con il quale misurarsi La Guida è una vetrina per i Comuni nella quale inserire questi aspetti che diventano oggettivi. Non bisogna mai abituarsi alla bellezza; nella oggettività c’è la sostenibilità».

Anche Gambale si concentra sull’esperienza diretta vissuta nel territorio pugliese: «Con la nostra associazione abbiamo provato a fronteggiare i nemici della bellezza, perché la Puglia è una realtà complessa. A iniziare dal depauperamento del capitale umano. Questo progetto dei Comuni Sostenibili lo abbiamo sottoposto a degli amministratori ed è stato ben accolto, soprattutto come momento di confronto per la nostra comunità del Sud. È poi fondamentale investire sulla legalità e a Foggia abbiamo aperto la prima Academy di giornalismo d’inchiesta» e Credaro si allaccia al discorso indicando nel turismo un vettore affidabile per governare una porzione di patrimonio: «I dati sulla sostenibilità sono misurabili e ne va fatto tesoro. Il turismo deve diventare più sostenibile, soprattutto per una questione di flussi, rapportati a una spesa generale del settore sempre più in crescita e legato alla scelta della bellezza dei siti in Italia. Non sottovalutiamo la problematica dell’overtourism, perché arriveremmo a una situazione di cannibalizzazione, soprattutto nelle grandi città e per quanto riguarda i siti Unesco».

Chiude il panel Cerrato, con uno sguardo decisamente rivolto al futuro e alle nuove generazioni: «Gli amministratori possono essere i protagonisti per la rivincita della valorizzazione dei territori. “Sostenibilità” non è una parola che deve andare di moda, ma rappresenta il nostro impegno a lasciare questa realtà ai giovani in maniera migliore, rispetto a come l’abbiamo trovata noi oggi. Il nostro codice fondamentale è l’interazione tra uomo e natura: noi siamo ciò che abitiamo, ciò che mangiamo. C’è bisogno di maggior rispetto per i territori. Dobbiamo lavorare affinchè la cultura di identità venga trasferita ai giovani, anche con un po’ di rigidità se necessario, altrimenti perderemo il rispetto di tutti i Paesi del mondo».

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